martedì 27 aprile 2010

21 Aprile 2010. Linguine al limone e tonno al lime.

La primavera è arrivata! Come al solito mi coglie all’improvviso, e, avendo a portata di mano i golf di lana, mi dispero ogni mattina alla ricerca spasmodica di possibili combinazioni di maglie di cotone che non mi facciano sciogliere dal caldo e che mi proteggano dal temuto mal di gola d’aprile! (NDC1: partecipo al caldo, e scrivo queste righe in maniche corte. Ad Aprile… Idea per Allan: perché non redigere un bel “Cuochi si diventa… Freschi”? Con delle belle ricette estive che rendano più variegata la dieta nei mesi caldi!)

E insieme alla primavera viene la voglia di mangiare cose un po’ più fresche, ad esempio il limone! Quindi ieri ho preso il volume 2 di Allan, e ho scovato queste due ricette che mi sono subito sembrate l’ideale. Mi sono piaciute anche per la pregevole rapidità di preparazione e per la scelta di ingredienti facilmente reperibili (a parte il tonno, di cui dirò dopo).
Il primo: erbette aromatiche varie, il succo e la scorza a julienne di un limone (rigorosamente bio), dei porri, un po’ (tanto, ammettiamolo!) burro e poco parmigiano.

Il secondo: tonno fresco, lime, salsa di soia, peperoncino e insalatina.
Giudizio finale: tutto buono, fresco e facile da preparare (unico appunto: la fettina di lime era un po’ tanto amarognola…. (NDC1: forse avremmo potuto aggiungere più salsa di soia, ma penso che l’insieme sarebbe comunque risultato amaro!).
Per quel che riguarda la preparazione, con il primo ho allegramente affettato i porri, fatti rosolare nel burro e portati a cottura con un po’ di acqua. Intanto le linguine sono state gettate nell’acqua bollente, le erbette aromatiche (in abbondanza) tritate, il limone spremuto e la scorza grattugiata grossolanamente. Il tutto è poi stato amalgamato nella padella dei porri e servito spolverato di abbonante pecorino. Molto “limonoso” (NDC1: Che sorpresa per il palato, ma molto buono!)

Sul secondo abbiamo subito incontrato delle difficoltà facendo la spesa: di tonno fresco nemmeno l’ombra! Abbiamo recuperato 2 delle quattro confezioni di tartare di tonno in formato hamburger che abbiamo usato come succedaneo delle belle fette di filetto di tonno richieste dalla ricetta. Abbiamo anche provato a chiedere al banco del pesce e ci è stato detto che non solo non avevano tonno, ma che nemmeno era in programma l’arrivo a breve. Non ci hanno dato spiegazioni, ma io mi sono domandata se l’assenza del simpatico tonno non sia dovuta al fatto che si è riconosciuto che lo stiamo pescando troppo e selvaggiamente, e che alla fine il poveretto è quasi a rischio estinzione. Mi pare che ufficialmente non abbiano deciso, a livello europeo, dei bandi o limitazioni alla pesca obbligatorie, ma forse c’è un tentativo di autoregolamentazione. In ogni caso, abbiamo deciso (a malincuore) di consumare meno tonno (sigh sigh!).
A parte questa digressione peschereccio-ecologista, la ricetta è facile e gustosa: si cuociono le fettine di lime in una padella con un po’ di olio, soia e peperoncino. Dopo si scotta la fetta (o l’hamburger!) di tonno, lasciandolo bello rosso in mezzo, si copre con il lime e la salsina e lo si serve adagiato su un letto di insalata (nel nostro caso, valeriana).
NDC1: dopo una cena così ricca e gustosa, non proviamo desiderio di alcun dolce (forse qui gioca anche il senso di colpa legato alla presunta possibile estensione dei tonni!). Innaffiamo la cena con un ottimo bianco australiano “Yellow tail”, che vi abbiamo già citato in precedenza: ma garantiamo che non siamo a libro paga dell’azienda vinicola!

Buon appetito,

giovedì 11 febbraio 2010

10 Febbraio 2010. Speghetti alle vongole; curry di verdure miste.

Ormai siamo diventati bravissimi: uno di noi due (non io!) esce dall’ufficio e passa a casa per prendere auto e libro di ricette, recupera l’altra (cioè io!) e ci si dirige spediti verso l’Esselunga di fiducia prima dell’orario di chiusura. Il breve tragitto in auto serve per scegliere il menù, leggere le ricette e memorizzare gli ingredienti. Quest’ultima fase non sempre riesce molto bene, e infatti i nostri eroi si aggirano, tra gli sguardi perplessi degli astanti, tra i corridoi del supermercato, con il libro aperto! Il sistema è però ormai collaudato, e in men che non si dica la spesa è fatta e si torna a casa per preparare. L’obiettivo delle cene infrasettimanali è infatti di divertirci a cucinare, senza però dovere uscire alle 5 dall’ufficio (cosa con ogni probabilità malvista dai grandi capi) e senza finire la serata alle 2!

Ieri sera abbiamo finalizzato il seguente menù nel parcheggio sotterraneo dell’Esselunga: pasta alle cozze e curry di verdure. Sveliamo subito il finale, e causa mancanza di cozze, abbiamo dovuto accontentarci della pasta alle vongole, con ricetta virtualmente identica!


Il primo richiedeva (obviously!) delle belle vongole (nel nostro caso rigorosamente locali, eravamo indecisi se pescate o da allevamento. Ha prevalso la seconda opzione per motivi di peso!), sedano, burro, aglio e un trito di prezzemolo e basilico. La cosa divertente è che viene esplicitamente consigliato di aggiungere il grana alla fine! E devo dire che il risultato non era affatto male. Personalmente avrei preferito dei sapori più decisi: il sughetto era buono, ma l’effetto finale non mi sembrava poi molto diverso dalle solite ricette.

Il secondo piatto lasciava invece molta scelta sulle verdure da includere e abbiamo optato per scelte sufficientemente in stagione: zucca, sedano riciclato dalla prima ricetta, patate, broccoli e carote. Il tutto andava tagliato a cubetti, unito a un bel soffritto di cipolle e fatto cuocere un po’ da solo e un po’ stufato con acqua e concentrato di pomodoro. Alla fine, a cottura ultimata, abbiamo aggiunto lo yogurt. Molto buono! Ovviamente, nella descrizione mancava l’ingrediente fondamentale, ovvero il curry. Infatti le verdure vanno subito arricchite con curry e zenzero in polvere (quest’ultimo ingrediente aggiunge un simpatico pizzicorino al piatto, molto apprezzato!). In altre cene avevo preparato in casa il curry, partendo dalle spezie di base, ma stavolta abbiamo usato il sano mix già pronto! Il risultato finale era veramente ottimo, questa ricetta la rifarei subito!



Commento di Cuoco1: concordo con il divertimento infrasettimanale (il libro di Allan ha molte ricette relativamente facili che non richiedono tempi biblici di preparazione), e sul giudizio complessivamente positivo, ma… A parti inverse! Infatti ho preferito gli spaghetti alle vongole, molto delicati ma saporiti, al curry di verdure. Quest’ultimo era buono ma secondo me mancava un po’ di decisione nel gusto (anche perché abbiamo usato curry dolce nella preparazione). Il tutto inaffiato da un EST EST EST! di Montefiascone, leggero e ben sposato ai sapori.

Buon appetito,

lunedì 8 febbraio 2010

Rangòli



Finalmente, dopo una settimana delirante, abbiamo deciso di concederci una piacevole serata al ristorante e la competizione era tra cucina russa (adatta al clima, con temperature intorno allo 0) e cucina indiana (qui forse ha giocato il desiderio di evasione!). Dopo attenta ricerca, lunghe consultazioni e scontri all’ultimo sangue (va bene sto esagerando giusto un poco….) (giusto un poco! – NDC1) , ha vinto la cucina indiana!


Vivimilano alla mano, abbiamo scelto il Rangòli (http://www.rangoli.it) che ci sembrava carino e prometteva buon cibo. E in effetti, confermiamo le aspettative! La prima bella sorpresa era l’alta percentuale di avventori indiani e stranieri in generale, che a me sembra sempre positiva nei ristoranti etnici! La seconda bella sorpresa, anticipata dalla recensione, la gentilezza di tutti i camerieri.
Il locale è piacevole, arredamento multicolor (dovrei andare in India per dire se autentico o meno, però l’effetto è carino!) e un menù molto ricco. Tanto ricco…..che abbiamo optato per il menù di carne preconfezionato! Però vorrei tornare e scegliere à la carte, i piatti erano vari e invitanti, ma la stanchezza questa volta ha prevalso. Buono il cibo,oneste le dosi e sul prezzo non so, non ho pagato io! Ci hanno proposto un vino indiano, che, devo dire, non era niente male! In conclusione, a me è piaciuto!
NDC1: In effetti voci plausibili mi hanno riferito che pare sia IL ristorante frequentato da Indiani a Milano. Parlando con lo staff abbiamo scoperto che provengono da diverse zone dell’India, il che si riflette anche nella varietà dei piatti offerti (ma qui, non essendo mai stato in India, non posso fornire opinione!). In conclusione: concordo con Cuoco2, decisamente da provare, e stupefacente lo Shyraz indiano!

Buon appetito,

mercoledì 20 gennaio 2010

Mercoledì 13 Gennaio 2010. Pasta ai carciofi; baccalà fritto alla Milanese.

Eius nobis exempla permulta opus sint
(Cicerone, De Inventione - Liber II)

Quanto tempo dall’ultimo post su questo blog! Il lavoro non è una buona scusante per rimanere lontani dai manicaretti del nostro amato Allan. Del cui esempio, persino Cicerone ci ricorda esserci bisogno! (cuoco # 2 leggermente perplessa da questo sfoggio di erudizione!)

Dunque, un mercoledì post-lavorativo – appunto!- cerchiamo sul testo sacro due ricette semplici e gustose, da realizzare in un tempo più contenuto del solito, magari con qualche (lo ammettiamo) scorciatoia. Le ricette vincenti: pasta ai carciofi e baccalà alla milanese.
La pasta ai carciofi richiede davvero una preparazione veloce, come richiesto! Il gusto dei carciofi viene esaltato dall’uso del prezzemolo al termine della cottura del sugo, e dal finocchio, che a dadini è quasi impossibile da percepire – solo il palato attento rileva un ingentilimento del gusto dei carciofi. Pasta semplice, di gusto adattabile: infatti nonostante l’abbiamo mangiata in pieno clima invernale potrebbe adattarsi (almeno a parere di cuoco #1) anche ad un clima estivo.

Il baccalà alla milanese: una ricetta non troppo diversa da altre simili, per esempio della cucina romana o portoghese. Qui però si presentano un paio di varianti interessanti: la tripla impanatura di farina e pan grattato, legati da un uovo sbattuto, ma soprattutto il grana unito al pan grattato, destinato a formare una crosticina gustosa attorno al baccalà. Piccolo neo – opinione di cuoco #1! – l’insufficiente quantità di grana aggiunta all’impanatura. Alla fine il sapore risulta quasi impercettibile, ma forse lo scopo è proprio quello! Qui cuoco # 2 si associa alle dosi della ricetta: più grana avrebbe reso l’impanatura eccessivamente pesante e il gusto sarebbe stato troppo deciso! Era perfetto così!

Nel complesso, combinazione di piatti saporita e davvero rapida da cucinare, a prova di errori (il che rende questa cena un ottimo menu per invitare persone a casa). Il tutto annaffiato da un bianco toscano (Il Glicine), leggero ma non privo di corpo.

Buon appetito!

A&C

giovedì 2 aprile 2009

14 Marzo 2009 – Maccheroni con polpa di granchio e mela, seppie ripiene

Dopo un lungo periodo di assenza dai fornelli, sabato decidiamo di cucinare una bella cenetta, mossi in generale dal desiderio di mangiare del buon pesce. L’arrivo improvviso della primavera fa si che ci troviamo, libro alla mano, a decidere il menu seduti su una panchina con vista sul Lambro al Parco Lambro (che, per inciso, è un bel parco, ma il fiume sembra veramente una discarica a cielo aperto……), e nella mia (nostra? :D ) baldanza opto (optiamo? :D ), come primo, su una scelta abbastanza ardita: zappetta (o meglio zUppetta!) di topinambur con mango e limone. Appena però leggo la ricetta cominciano a venirmi dei seri dubbi in quanto la ricetta sembra davvero molto, forse troppo, originale, e alla fine abbandono decidendo di cercare un sano sugo per un bel piatto di pasta! E alla fine, dopo attenta ricerca, trovo qualcosa di divertente anche se meno “osé”, ovvero il sugo con polpa di granchio e mela. Come secondo decido che devo affrontare una preparazione che mi ha sempre spaventata ma che mangio sempre con immenso piacere, ovvero le seppie ripiene (cuoco1 concorda! Piatto da re, semplice ma gustoso). Il mio problema con questa ricetta è che ho sempre temuto il rischio della seppia dura e stopposa e non mi sono mai decisa a farla, però questa volta ho deciso di abbandonare ogni reticenza e di fidarmi ciecamente dell’amico Allan. E già vi anticipo che ho fatto bene, perché le seppie erano davvero eccellenti, e hanno fornito anche ottimi avanzi!


Allora, il sugo per la pasta richiedeva polpa di granchio, una mela verde (aggiungo io, da agricoltura biologica!), del dragoncello, mandorle e gli immancabili sale e pepe. Sembravano, a prima vista, tutti ingredienti di facile reperibilità anche se non avevo calcolato che la fidata Esselunga potesse non avere la polpa di granchio! E invece, dopo lunghe e affannose ricerche, e petulanti richieste a tutti gli addetti che siamo riusciti a fermare, ci siamo arresi all’evidenza: proprio non c’era! Abbiamo preso il resto degli ingredienti per le due preparazioni e abbiamo provato al mercato comunale(niente), a un discount (ma quando mai!) e finalmente a un piccolo supermercato di quartiere che incredibilmente ne aveva in abbondanza, e di buona qualità! Evviva!


E ora passiamo ai risultati. Più standard la riuscita delle seppie, che prevedono un ripieno saporito di erbe, capperi, olive (la nostra scelta ricade sulle taggiasche, e ci permettiamo di consigliarle), e altri ingredienti che non sveliamo per non infrangere il copyright (!); la paura di cuoco numero 2 di ottenere un piatto asciutto e stopposo fortunatamente non si concretizza. Le seppie, anzi, cuociono anche più del tempo previsto dalla ricetta, e risultano davvero gustose e leggere. Avendo leggermente abbondato con le dosi per il ripieno e comprato seppie di dimensioni preistoriche, parte del necessario per il ripieno finisce ad insaporire il sugo con buoni risultati (se le dosi per la salsa sono corrette, vi raccomandiamo di procurarvi un buon pane per fare scarpetta!).

giovedì 22 gennaio 2009

20 Gennaio 2009. Vellutata di cipolle e gamberoni; calzone farcito.

Dopo una lunghissima assenza in cui non abbiamo smesso di mangiare, però di cucinare si, ieri sera abbiamo preso il toro per le corna e, alle 7 di sera, siamo andati al supermercato armati di libro e bellicosi propositi. Dopo un breve consiglio di guerra in macchina abbiamo stilato un menu gustoso ma che fosse abbastanza veloce da preparare data l’ora tarda e il suono della sveglia il mattino dopo.


Non so quanto democraticamente (diciamo che la proposta è stata MOLTO caldeggiata), ma io ho caldeggiato la preparazione di una zuppa e di un antipasto facente le funzioni di secondo, scelta rivelatasi direi molto azzeccata! La cena era in tavola in un tempo ragionevole, era tutto molto gustoso ma leggero (credo che qualcuno aggiungerà che forse il tutto era troppo leggero!), (Un poco troppo leggero in effetti! Ma se era fatto troppo tardi per mangiare altro!) e finalmente abbiamo rimesso mano ai fornelli.

Per evitare di svenire di inedia abbiamo comprato dei formaggini da antipasto accompagnati dal mio vino australiano preferito per rapporto qualità-prezzo e reperibilità (spolier: pubblicità, ma ne vale la pena. Si tratta di un biano yellow tail, di cui ho scoperto esiste una pubblicità divertente!). Foraggiati e rilassati abbiamo quindi iniziato a preparare la vellutata di cipolle ai gamberoni e il calzone alla bufala, entrambi dal primo volume “Cuochi si diventa”.

Due cipolle gialle, fatte imbiondire nel burro (o era olio? ;) ), cui abbiamo aggiunto un brodo di crostacei e del roux, erano la base della vellutata, completata con i gamberoni saltati in padella. Il risultato è stato ottimo: le cipolle erano saporite, con un fondo dolce che però ben si accompagnava al brodetto gustoso e a un’abbondante spolverata di pepe. Ho resistito alla tentazione di salare il tutto, anche se ammetto che, avendo dimenticato di mettere il sale durante la cottura dei gamberoni, ogni cucchiaiata con i medesimi era accompagnata da un pizzico di sale!

L’antipasto/secondo è stato un altro successo, anche se avremmo dovuto tenere in maggiore considerazione il consiglio di fare scolare bene (auliche ora) la bufala prima di utilizzarla…..Infatti il calzone era farcito con pezzetti di bufala e broccoletti saltati, sale e pepe e poi cotto in forno ad alta temperatura. Il tutto è risultato buono, ma la pasta era un pochino troppo bagnata. Rifacendoli credo che mi atterrei scrupolosamente al consiglio di Allan (ad avere il tempo necessario per seguire i i suoi consigli alla lettera...). Nel complesso però dò pieni voti anche a questo piatto, che mi dicono sia molto buono anche riscaldato in microonde! (chi sarà l'autore della diceria... :) E' un piatto decisamente buono da riproporre come spuntino o parte di pasto principale il giorno dopo)

Queste preparazioni mi ispirano anche sue considerazioni “ortogonali”: la prima è che la disponibilità di prodotti base già pronti ma freschi (in questo caso, la pasta di pizza è stata acquistata nel banco frigo del supermercato, tra l’altro marca della casa) facilita la vita, rende possibile la preparazione di piatti che altrimenti richiederebbero molto più tempo e permette di variare le ricette. Alcuni cosiddetti “aiuta cuochi” sono semplicemente ridicoli, come la cipolla sminuzzata e surgelata per il soffritto che probabilmente costa 30 volte il prodotto fresco non lavorato, ma altri sono davvero utili e in fondo, a vedere gli ingredienti, non così diversi dalla versione home-made. La seconda considerazione me l’ha suggerita il brodetto di crostacei e un recente risotto preparato a partire dalle ossa avanzate dei nodini di vitello: molte volte si buttano via quelli che sono apparentemente scarti della lavorazione, che però, con poca fatica, possono essere utilizzati con successo.

Anche se non concordo sulla cipolla già tagliata (forse l'ideale è farla di propria mano e tenerne una scorta per ogni evenienza.. Ma anche i dadini surgelati non sono malaccio!), concludo dicendo che la cena è stata davvero gustosa e saltando qualche dettaglio (come lo sgocciolare la bufala a dovere) è stata anche di semplice e veloce preparazione. Per me voto 8 al calzone e un bel 9 alla vellutata, semplicissima da preparare, gustosa e di sicuro effetto per palato e occhi dei vostri ospiti!!!

Buon appetito,

martedì 30 settembre 2008

Sabato 20 Settembre 2008. Risotto alla Milanese; Rustin Negà.





E' il primo vero sabato d'autunno, la notte appena passata ha mostrato una nebbia d'altri tempi e il primo fresco avvisa del cambio di stagione, e con questo dei sapori. Cuoco numero 1 (o 2, visto che oramai abbiamo perso il conto) decide di preparare un pranzo milanese (questa scelta su richiesta dei convitati!) per papà e mamma :D



La ricerca degli ingredienti è rapida, il sabato mattina in una città di provincia prevede un centro storico con tante persone appiedate e facilità di raggiungere tutti i negozi, fra cui una macelleria con carne di prima qualità. Si fatica solamente a trovare il midollo che vedete scurire il risotto qui a sinistra! Considerazioni sulla salute e sul rischio potenzialmente associato alle malattie trasmesse con queste parti del bue non ci frenano, e aver insistito tanto alla fine premierà. Il risotto è gustoso e sceso al punto giusto, e i tanti piccoli consigli del testo di Allan aiutano a trasformare un piatto relativamente semplice in una squisitezza.

Il rustin negà completa il pranzo milanese. La preparazione va affrontata con sufficiente anticipo. Non è un piatto eccessivamente complicato, ma la cottura è alquanto lunga e per non lasciare buchi enormi fra il primo e il secondo conviene farla partire prima di consumare il primo piatto. Nonostante l'abbondanza di burro prevista nella preparazione il piatto rivela il giusto corpo: in equilibrio fra la sostanza richiesta da un pranzo autunnale e l'esigenza di non trascorrere il pomeriggio in una comatosa pennichella! Un consiglio personale, forse banale, riguarda la scelta della carne. La cottura lunga a burro e vino dovrebbe ammorbidire anche i tocchi meno teneri, ma in realtà il piatto si esalta con un nodino di vitello scelto con cura, e, se possibile, senza badare troppo a spese...

Non prepariamo contorno perchè il pranzo è sufficientemente corposo. Innaffiamo però il tutto con un bel vino, stranamente, visto il corpo delle pietanze, bianco (ma la giustificazione ufficiale è che si dà l'addio all'estate!). La scelta ricade su un vino poco noto ma davvero squisito: un Timorasso di Tortona, un vitigno trascurato fino agli anni '80 ma in discreta ripresa ai nostri giorni.

Buon appetito!!!!
 
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